
"In un'esplosione della chirurgia estetica come fattore di costume è fondamentale informare le pazienti sui fattori di rischio. Dobbiamo ricordarci che è un trattamento medico, ancora di piu' quando parliamo di chirurgia, quindi le possibili controindicazioni devono essere sempre valutate". Ha dichiarato il sottosegretario.
In Italia, come nel resto del mondo, si è registrato negli ultimi anni un incremento di donne che per ragioni estetiche decidono di ricorrere al chirurgo per operazioni di aumento seno. Da un recente sondaggio della Swg infatti è emerso che una donna su tre ammette di essere scontenta del proprio aspetto fisico, il 36% delle minorenni non si piace e di queste il 17% non è soddisfatta del proprio seno. In generale il 49% delle intervistate ritiene che un seno prosperoso aumenti l'autostima migliorando la percezione del sè, sebbene il 60% delle donne abbia dichiarato di non avere sufficienti conoscenze sugli impianti di protesi mammarie e l' 87% delle intervistate sia comunque favorevole ad una normativa che vieti tali interventi per le minorenni.
Aggiungiamo noi che già oggi per le ragazze minorenni è necessaria l'autorizzazione dei genitori per un 'operazione di aumento seno.
"Vogliamo istituire un Registro nazionale delle protesi mammarie, che ne garantisca la tracciabilita indicando i materiali usato per le protesi, il numero degli interventi, le strutture dove questi vengono effettuati e l'esito degli stessi. Tutto cio' per ottenere un preciso quadro epidemiologico, nel rispetto della privacy delle pazienti ma anche nel costante impegno per la tutela e la salvaguardia della salute femminile.", continua Francesca Martini.
I medici italiani sono d'accordo per lo stop all' aumento seno per le minorenni. L'87% dei chirurghi si dice infatti "assolutamente favorevole" al disegno di legge redatto dal sottosegretario. E' quanto emerge da un sondaggio realizzato da 'Quotivadis', newsletter informativa on line di informazione medico-scientifica.
Qualcuno dei dottori pero' manifesta perplessità riguardo l'efficacia del testo. L'11% , ad esempio, non e' favorevole alle linee guida, ma ritiene comunque importante che ci sia l'autorizzazione dei genitori (che comunque gia' e' prevista). Tra i medici c'e' poi chi, anche se solo l'1%, boccia il provvedimento.